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Il Museo Narrante dell’Emigrazione, progetto della Fondazione Napoli Novantanove, a cura di Gian Antonio Stella, inaugurato nel 2005, è ospitato nell’antica e bellissima vaccheria – restaurata dall’Arch. Sila Barracco – nel Parco Old Calabria, nel cuore dell’area silana, intende contribuire a colmare un ingiustificabile vuoto di memoria storica e civile in una regione che ha vissuto, più delle altre, la drammatica esperienza del movimento migratorio.

Il Museo è stato dato in diritto d’uso alla Fondazione Napoli Novantanove dalla proprietà con atto 24.01.2013 Notaio G. Cesaro e confermato in atto 08.03.2018 Notaio G. Cesaro con scadenza 31.12.2028. 

Si vuole ricordare, in questo luogo, le angosce, le speranze, le insanabili nostalgie, i drammi pubblici e privati di milioni di persone costrette all’espatrio, ma anche la partenza di nuove, straordinarie avventure di persone che hanno rappresentato nel mondo l’intraprendenza italiana, la capacità di rimettere in discussione la propria vita intera, e di costruire “ponti” dal paese a nuove, importanti realtà sociali ed economiche. L’idea è stata quella di costruire una struttura che non si qualifichi esclusivamente come memoria del passato, ma che sia anche proiezione nel presente e nel futuro. L’emigrazione italiana di massa, fenomeno storicamente concluso e sostanzialmente rimosso dalla coscienza collettiva, è stata oggi sostituita dall’immigrazione di massa verso l’Italia.
Un luogo che intenda porsi come struttura culturale dinamica – sottolineando, accanto alla qualità epico sentimentale dell’esodo, il valore positivo di “apertura”, in tutti i sensi, rappresentato dai movimenti migratori – non può certo ignorare che la storia delle migrazioni continua, e che, seppure a ruoli rovesciati, l’Italia continua a esserne parte importante.
Da un lato il passato, dall’altro il presente-futuro. Da un lato, dunque l’esperienza italiana nel mondo, dall’altro, l’esperienza straniera in Italia.
“Museo narrante” perché la visita, si snoda attraverso gigantografie di immagini straordinarie, in larga parte sconosciute,   accompagnata da una voce narrante che racconta le tante storie di dolori, piccoli e grandi eroismi, ed una colonna sonora di canti dell’emigrazione italiana. La suggestione che si vuole creare nell’ambientare la scenografia, la tolda di una nave, in una ex vaccheria dell’altopiano silano, tende a  creare un impatto fortemente evocativo / educativo nel visitatore.

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